54 ANNI… PORTATI BENE...
La Pubblica Assistenza Croce Bianca nasce per un’esigenza ben precisa.
In tutta la zona non ci sono ospedali, ambulatori di primo soccorso e tanto meno servizio di trasporto infermi.
Quando nel settembre del 1970 Amos Orsi fece stampare i volantini per indire una “PUBBLICA RIUNIONE” allo scopo di creare un corpo volontario per il soccorso e il trasporto in ambulanza di ammalati o infortunati, i giudizi su questa iniziativa furono svariati e contrastanti:
“Un gruppo di matti e illusi… un servizio così, giorno e notte, sarebbe bello, ma… non può durare…”.
“Riusciremo a costo di fare i turni di 24 ore… se pensano che non resisteremo si sbagliano!!!”.
Fortunatamente prevalse il secondo atteggiamento e, il 16 ottobre 1970 nella sala del consiglio, gli aderenti all’iniziativa eleggono un direttivo provvisorio per la preparazione dello Statuto e la ricerca di una sede.
Questa venne offerta gratuitamente dal nuovo prevosto appena arrivato, don Stefano Bolzoni.
La mobilitazione fu massiccia e caratterizzata da un grande entusiasmo: zappe, badili e vanghe presero il sopravvento su tutto e in quaranta giorni i volontari, lavorando anche di notte, ultimarono i lavori.
Il 26 novembre, nella sala Gardenia, l’Assemblea approva lo Statuto, il quale viene registrato il 10 dicembre dal Notaio Carrara Verdi alla presenza dei soci Antonio Iezza, Sergio Bulgaroni, don Albino Buzzetti, Lino Cassi, Enzo Micconi, Cesare Bianchi, Paolo Franzini, Corrado Caffarra e Guglielmo Tinelli.
In questo periodo di forti spese sono fatte importanti donazioni da parte della SICIM, della Ghizzoni s.p.a., della Setif e della Guidotti per acquistare nuove ambulanze. Con l’istituzione della Centrale Operativa di Soccorso 118 iniziamo a collaborare e a integrarci nella nuova organizzazione che prevede il supporto di specialisti e mezzi avanzati (medico rianimatore ed elisoccorso) da noi attivabili in caso di necessità.
Nel 1992 nasce all’interno dell’Associazione il gruppo di Protezione Civile con lo scopo di intervenire con attrezzature e conoscenze adeguate in situazioni di calamità.
Nel 1998 dopo ventiquattro anni lascia la presidenza Cipelli, al quale subentra Vittorio Rossi.
Importante l‘istituzione nel 1998 del Servizio degli Obiettori i quali svolgono egregiamente il loro compito fugando quelle che erano le perplessità che ne avevano ritardato la decisione della scelta del loro supporto. Grazie alla generosità della cittadinanza, in tale periodo si riuscì a estinguere anticipatamente il mutuo della nuova sede, evitando così di pagare interessi in continua crescita.
Dal 1999 presiede il consiglio Giovanna Gambazza, alla quale aspetta il compito di rilanciare l’Associazione arrivata al giro di boa dei trent’anni.
Rilancio sempre più necessario imposto anche dalla stretta collaborazione con la centrale operativa 118; è per questo motivo che si intensificano i corsi di preparazione dei volontari.
Va ricordato, in particolare, l’adozione di nuovi strumenti per il soccorso e l’immobilizzazione di politraumatizzati, il monitoraggio dei parametri vitali del paziente e soprattutto l’uso del defibrillatore, che dagli inizi del 2000 può essere usato da soccorritori laici previo uno specifico corso.
La necessità di organizzare corsi e serate di educazione sanitaria rivolta anche alla popolazione ha visto la necessità di attrezzare opportunamente il salone al secondo piano dedicato ai Soci Fondatori.
Questo si è realizzato grazie al sostegno della ditta Giancarlo Pezzani. Si tratta di una sala capiente che viene messa a disposizione anche per eventi socio-culturali.
Importante donazione di un’ambulanza viene fatta nel 2004 dalla famiglia Pelo’ per ricordare il figlio Giuseppe.
Nel 2006 Giovanna Gambazza, scegliendo di svolgere il compito di assessore ai servizi sociali, dà le dimissioni.
Le succede il vice presidente Alessio Burla, poi rieletto per i successivi mandati.
In questo periodo, grazie al lascito del signor Nando Baroni, è installato l’ascensore, particolarmente atteso dall’anno della costruzione, per permettere a tutti di accedere alla sala conferenze e all’AVIS.
Molto impegnativo è stato il rinnovo del parco macchine, avvenuto prima con la sostituzione dell’automedica, poi con il cambio di tre ambulanze. Questo è stato possibile grazie anche alla donazione della ditta SICIM e al contributo della Fondazione Cariparma.